TUMORI DEL TIMO

Radioterapia

Poiché le neoplasie timiche, timoma e carcinoma timico, sono molto rare, è opportuno che il paziente sia curato in un Centro con esperienza su queste patologie e da un gruppo multidisciplinare di esperti, capaci di definire il più corretto percorso diagnostico-terapeutico e di integrare le varie opzioni di trattamento disponibili.

Il trattamento delle neoplasie timiche dipende dallo stadio della malattia, dalle caratteristiche istologiche e dalle condizioni cliniche generali del paziente, tra cui la presenza contemporanea di altre malattie (co-morbilità).

La terapia chirurgica rappresenta il principale trattamento per i tumori del timo.
Nei Centri con esperienza nel trattamento di questo tipo di tumori, il percorso terapeutico è stabilito da un Team multidisciplinare composto generalmente da un oncologo medico, un chirurgo toracico, un anatomopatologo, un radioterapista e un neurologo.
Sebbene la prima visita specialistica sia effettuata in genere da un oncologo o da un chirurgo, la terapia viene discussa dal Team multidisciplinare, che si riunisce con regolarità e con una frequenza che può variare a seconda dell’ospedale.

La radioterapia è una terapia localizzata, non invasiva, indolore, effettuata per lo più in strutture ambulatoriali. È in grado di provocare la morte delle cellule del tumore (necrosi) attraverso l’utilizzo di radiazioni ad elevata energia chiamate radiazioni ionizzanti.

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Anche per la radioterapia, è fondamentale rivolgersi a un Centro con esperienza dove il trattamento radioterapico sarà deciso dal Team multidisciplinare.

Prima di iniziare il trattamento, è importante discutere con i propri medici curanti di come tutelare e preservare la propria fertilità.

Dopo aver valutato il singolo caso, il Team multidisciplinare stabilirà come sia meglio proseguire in base all’istologia e allo stadio della malattia.

Di seguito sono riassunte le raccomandazioni di un gruppo italiano di esperti pubblicate nel 20181  e quelle delle linee guida dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica sui tumori epiteliali del timo del 2020.

Timoma

  • Nel timoma in stadio I si possono ottenere eccellenti risultati a lungo termine con un intervento di asportazione radicale. Una radioterapia post-operatoria non è normalmente richiesta e può essere presa in considerazione nel caso di timoma non incapsulato (che non è compatto e ha ramificazioni nei tessuti circostanti), di istologie aggressive (B3) o di non radicalità chirurgica (resezioni R1 o R2).
  • Nel timoma in stadio II si possono ottenere eccellenti risultati a lungo termine con un intervento di asportazione radicale. Una radioterapia post-operatoria non è normalmente richiesta. La radioterapia può essere proposta nel caso di pazienti con margini di asportazione incerti o non radicali, o con istologie aggressive (B3).
  • Nel timoma in stadio III, dopo la resezione chirurgica, le linee guida internazionali raccomandano la radioterapia in caso di resezione chirurgica sia completa sia incompleta. Spesso si raccomanda di eseguire l’intervento chirurgico dopo una chemioterapia neoadiuvante (effettuata per ridurre la massa) nel caso la malattia sia ancora confinata a livello toracico.
  • Nel timoma in stadio IVA, se il tumore è ritenuto operabile dopo chemioterapia neoadiuvante, è indicata la chirurgia radicale seguita sempre da una radioterapia post-operatoria. Nel caso in cui la resezione chirurgica non sia possibile, dopo la chemioterapia neoadiuvante o a causa delle condizioni generali del paziente, ma la malattia sia ancora confinata a livello toracico, è raccomandata la radioterapia esclusiva (senza essere associata ad altre terapie) per eliminare completamente il tumore.
  • Nelle recidive di timoma il miglior trattamento viene definito prendendo in considerazione la possibilità di una nuova chirurgia radicale, i trattamenti oncologici precedenti, la sede della recidiva e il tempo intercorso dal primo trattamento radioterapico.

Carcinoma timico

Nel carcinoma timico la terapia dovrebbe essere stabilita in base al singolo paziente nell’ambito di un approccio multimodale (che prenda in considerazione chirurgia, radioterapia e terapie sistemiche).

  • Nel carcinoma timico in stadio I operato radicalmente (R0), la radioterapia post-operatoria non è sempre indicata; lo è nel caso in cui l’intervento non sia stato radicale o il tumore abbia infiltrato la capsula estendendosi al tessuto circostante.
  • Nel carcinoma timico in stadio II operato radicalmente (R0), oltre alla radioterapia, va sempre presa in considerazione anche la chemioterapia.
  • Nel carcinoma timico in stadio III localmente avanzato e operato, la radioterapia è sempre raccomandata. Nel caso di intervento non radicale (R1), la radioterapia è sempre indicata ed è spesso associata alla chemioterapia.
  • Nel carcinoma timico in stadio IVA, dopo l’operazione è sempre indicata la radioterapia.
  • Nel carcinoma timico con recidive o metastasi, è sempre indicata, salvo rari casi, una singola terapia medica (chemioterapia o un altro tipo di terapia farmacologica), a cui può essere associata una radioterapia con finalità palliative in caso siano presenti dolore o altri sintomi. In caso di recidive isolate non asportabili chirurgicamente si utilizza una radioterapia non invasiva e altamente focalizzata, che fornisca un’intensa dose di radiazioni concentrate sul tumore, limitando al minimo quelle che raggiungono gli organi circostanti, oppure una radioterapia stereotassica a scopo ablativo (somministrazione di dosi molto elevate e molto precise di radiazioni per distruggere il tumore).

Per approfondire questi argomenti

L’Associazione TUTOR è grata e ringrazia per la revisione e verifica dei testi: Dott.ssa Giulia Galli, oncologa; Dott. Davide Franceschini, radioterapista; Prof. Lorenzo Rosso, chirurgo toracico e Dott.ssa Veronica Rossi, fisioterapista.

1. Best practices for the management of thymic epithelial tumors: A position paper by the Italian collaborative group for ThYmic MalignanciEs (TYME), Imimbo M. et al. Cancer Treat Rev. 2018.